E’ più che comprensibile che alcuni miei lettori siano arrabbiati per il mostruoso ritardo della pubblicazione del terzo romanzo (sono anni!), anche se la maggioranza di essi ha capito la situazione e me lo ha manifestato anche in forma privata. In un certo senso è una cosa positiva anche l’atteggiamento negativo perché vuol dire che il mio lavoro è stato considerato di valore e c’è tanta attesa per la conclusione della storia. Quello che voglio fare in questo post è porvi delle domande per delle riflessioni, soprattutto per chi mi ha insultato e accusato di raccontare frottole.
- Quanti autori indipendenti vivono di questo lavoro? Quanti riescono a mantenere una famiglia scrivendo? Se vi trovaste nella situazione di dover accantonare la periodicamente la vostra passione per il lavoro, cosa scegliereste, specie in un periodo come questo?
- La rete è piena di autori che si autoproducono, ma quanti riescono ad emergere dalla banalità? Quanti soprattutto si illudono o vengono illusi di essere degli scrittori veri?
- Sempre rimanendo nell’ambito di noi autori autoprodotti, qual’è la differenza tra chi pubblica un romanzo ogni sei mesi (e ha il coraggio di dire che la copertina è tutto!) e chi non vuole pubblicare un’opera finché non è sicuro di aver alzato l’asticella della qualità rispetto al lavoro precedente, pur avendo pochissimo tempo libero a disposizione per lavorarci?
Ho avuto il piacere di conoscere autori e autrici che essendo riusciti a pubblicare un romanzo con una casa editrice minore o locale si erano illusi di aver trovato il trampolino del successo, per poi ritrovarsi nello stesso anonimato dal quale erano partiti. Alcuni avevano un buon prodotto (migliorabile) ma la fretta li ha portati a scelte sbagliate, altri presentavano opere mediocri che tali sono restate. George Martin, e per lui è il lavoro principale, non pubblica un nuovo seguito delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco da anni e la serie tv terminerà con un finale inedito. Lo stesso autore ha detto che forse neppure questo 2017 sarà l’anno buono, perché non considera la sua opera soddisfacente per la pubblicazione.
In questa attività ci sono priorità e scelte oculate da fare, ma la cosa che io ritengo fondamentale è quella di non pubblicare qualcosa che non sia degno delle aspettative dei miei lettori, a dispetto delle lunghe attese. Se non perseguissi un tale obiettivo, questa sì sarebbe una beffa e un insulto per i miei lettori.
Eldies.